Ieri abbiamo letto la
lettera, un po' piccata, che il Commissario - Presidente Vasco Errani ha
scritto al direttore del Fatto, magnificando il lavoro svolto da lui e dal suo
staff con la ricostruzione post terremoto del maggio 2012 , e diverse
argomentazioni ci sono suonate un po' stonate.
A noi, che nel cratere ci
abitiamo, sembrava di ricordare che gli edifici pubblici provvisori (scuole e
municipi) fossero stati costruiti prevalentemente con i 567 milioni di euro
concessi dalla Comunità Europea e con le donazioni dei privati.
E costruire coi soldi degli
altri è piuttosto semplice.
Poi si può continuare a fare
il paragone con la gestione de L'Aquila, e sicuramente fa comodo il confronto
con una gestione pessima per brillare in efficienza.
Insomma: piace vincere facile.
Insomma: piace vincere facile.
Ma, a questo punto, i
delinquenti bisognava mandarli in galera e non contribuire a ridargli agibilità
politica.
E siamo un po' stufi di
continuare a sentire 'sta storia che subito dopo il sisma c'erano 41000
lavoratori in cassa integrazione ed ora son solo 3000, per far vedere che
l'economia è ripartita.
Dopo il terremoto c'è stato
un periodo di stop praticamente in tutte le aziende, per svolgere i controlli
alle strutture; controlli che, giustamente, non son durati un giorno. Poi, man
mano che i capannoni risultavano sicuri, è ripartita l'attività; e quelli che
avevano i capannoni danneggiati hanno delocalizzato, o ci hanno messo i soldi
loro o delle assicurazioni per ripartire. O hanno chiuso.
Nel frattempo si son persi
4800 posti di lavoro secchi; di cui 2779 nel solo “cratere” (inchiesta IRES).
E non parliamo delle
ricadute economiche su artigiani, commercianti e partite iva.
Manca una legge nazionale sulle
emergenze; è vero. Noi di SISMA.12 l'abbiamo evidenziato subito, come da subito
abbiamo evidenziato l'obbrobrio che il DL 59 del Governo Monti voleva inserire
nella legislazione italiana.
Ora ne parlano in tanti,
struttura commissariale in testa, anche per evidenziare da quali premesse siamo
partiti , ma non eravamo noi che appoggiavamo quel governo.
E non torniamo sulla
ricostruzione che non decolla a causa della burocrazia che, qui, non è più solo
“regole” ma una sovrabbondanza, un trionfo, una esagerazione di ordinanze che
vanno a modificare le ordinanze precedenti.
O su una fiscalità di
vantaggio che non è stata ancora presa in considerazione per questo territorio.
O come lo stop alla
ripartenza dei mutui sugli edifici inagibili a causa del terremoto chiesto a
gran voce anche dai sindaci e che non è ancora stato minimamente affrontato,
mentre le banche hanno tranquillamente ricominciato coi prelievi dai conti
correnti dei cittadini.
Insomma: la macchina
commissariale ha lavorato bene, ma solo sulle proprie priorità e, purtroppo,
queste ci sembra non corrispondano alle priorità del territorio e dei cittadini
terremotati che ci abitano. E, certi discorsi, non li consideriamo solo un
insulto alla verità ma anche un insulto alla nostra intelligenza.
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