sabato 30 marzo 2013

PRONTI A ROMPERE L'UOVO

lunedì 18 marzo 2013

Piccoli comitati crescono, la grande famiglia s'allarga

Nasce Sisma.12 Crevalcore
 
Giovedì sera 14 marzo sera a Crevalcore si è tenuto un incontro di cittadine e cittadini terremotati e interessati alla ricostruzione dopo il terremoto, erano presenti anche residenti del comune di San Giovanni in Persiceto.
Si è deciso di costituire un comitato locale, e di aderire al comitato Sisma.12 - ricostruire la bassa dal basso, come prevedono la mission e lo statuto del comitato stesso.
Sono emerse diverse problematiche; dal ritardo dei pagamenti del CAS, alle varie problematiche che la burocrazia crea, in special modo alla revisione della scheda AEDES, ai tempi lunghi per preparare le domande di contributo, al mancato riconoscimento danni per edifici di servizio di case principali, al mancato riconoscimento di contributi per chi ha avuto e dovuto sostenere spese per danni definiti di categoria A.
Inoltre si è fatto presente come al cambio della normativa antisismica negli anni scorsi non vi sia stata una adeguata informazione da parte dei comuni agli abitanti e per questo di verificare la fattibilità di un' azione collettiva (class action)  nei confronti dei comuni sui danni subiti per chi ha ristrutturato le abitazioni ed aziende dopo tale approvazione.
Gravissima la situazione con le banche e le procedure per accedere al contributo.

Ci si impegna a fare conoscere il comitato onde raccogliere le proteste e le proposte che ora non vengono realizzate, data la cultura che vige nei nostri territori basata sulla fiducia e forte delega ai rappresentanti delle istituzioni, che da subito non hanno compreso la gravità della situazione, viste anche le poche domande di contributo rispetto ai danni segnalati. ................Si è guardato perlopiù al rientro dei conti di bilancio dello stato, creando diversità di trattamento tra terremotati italiani. 


di Armando Ardizzoni

venerdì 15 marzo 2013

Il Gatto & la Volpe pappati dal Grillo parlante di Francesco Mantovani



Il Gatto e la Volpe se ne guardano bene dal girare in mezzo ai rottami della nostra terra; preferiscono restarsene al calduccio nella tana. Dopo essersi concessi qualche fugace apparizione elettorale giusto per attirare al campo dei miracoli qualche imbelle credulone, ora aspettano. Le cose purtroppo non sono per loro andate come avrebbero voluto. Al canto del Grillo Il popolo ha cominciato ad aprile gli occhi e nel segreto dell’urna ha punito il tradimento subito. Il grido di dolore della base ha cancellato i loro sogni di gloria, si sono riaperte le indagini per riparare alla paralisi istituzionale ed alla consultazione popolare disattesa dalle primarie. I loro tanto bramati succulenti posti romani sono saltati. A poco è servito sfoderare le armi della politica più bassa: promesse di miliardi ripetute all’inverosimile come un mantra ipnotico, nella tradita speranza che si  perpetrasse il “profetico” volo degli elefanti rossi.
Beffati sul filo di lana. Si preparavano a riscuotere il prezzo della nostra pelle, ossia a scalare i vertici della gerarchia interna del partito, ma sono stati travolti da una tempesta perfetta. Un uragano tanto violento quanto imprevisto,alimentato dal dolore crescente della gente comune che non si sente più rappresentata dalla vecchia casta politica. 
Puniti anche in questa terra perché ad oggi non è arrivato un centesimo eppure loro hanno agitato nell’aria promesse di risarcimenti al 100% per miliardi di euro. Specchietti per le allodole. Per noi nulla di tangibile e di politicamente rilevante è stato fatto, eppure hanno avuto l’ardire di propinarci le poche briciole di miseria che sono avanzate dalla rapina alle nostre casse, facendole passare come la miracolosa manna dal cielo.
Puniti anche in questa terra perché hanno mischiato abilmente la vana speranza alla disperazione, il dover sperare per sopravvivere dei terremotati con le false promesse, tipiche dei ciarlatani in fiera, proprie dei politici sotto elezioni. Chi ci proponeva il “miracoloso rimedio” ai danni del terremoto erano gli stessi soggetti che prima, rinunciando di fatto a difendere i nostri sacrosanti diritti, anteponendo la salvezza di loro stessi e  dei loro sudici interessi, ci avevano  di fatto venduto.
La struttura commissariale che ha gestito l’emergenza “Terremoto Emilia”,  come affermato dal Responsabile di Assoingegneri&Architetti Paolo M. Bianco, o ha agito con grande imperizia non avendo presenti le necessità proprie della ricostruzione, o ha ordito un sistema tecnicamente complicato e penalizzante con il preciso intendere di negare l’accesso ai contributi da parte degli aventi diritto. Un’alternativa di giudizio, a dir poco sconcertante, se si pensa che giunge da un autorevole  esperto in materia di tecnica costruttiva.
Se a quanto sopra esposto aggiungiamo il fatto che la struttura commissariale ha concordato con il governo centrale il pagamento da parte dei terremotati dei contributi ben prima che giungessero gli aiuti, privando così di fatto il territorio delle poche risorse economiche che gli erano rimaste. Decisione che certamente ha creato al tessuto economico locale, già duramente colpito dalla crisi globale, un anno altrettanto grave quanto il terremoto stesso.
Se a quanto sopra esposto aggiungiamo il fatto che la struttura commissariale non è stata in grado di concordare con il governo centrale un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle famiglie e delle imprese, ottenendo dal mondo bancario unicamente prestiti garantiti per il pagamento delle imposte, ma non per la ricostruzione. Decisione beffarda che ha offeso ed umiliato la popolazione emiliana tradizionalmente onesta e produttiva.
Se a quanto sopra esposto aggiungiamo, inoltre, il fatto che la struttura commissariale, sfruttando la disperazione e la sudditanza psicologica dei primi cittadini, tutti “politicamente allineati”, ha indirizzato l’agire politico locale ad esclusiva utilità dell’interesse del governo romano, della regione e del partito padre, piuttosto che alla salvezza del territorio colpito.  Decisione che ha certamente contribuito alla disaffezione politica delle genti terremotate, accrescendone la disperazione ed il senso di abbandono.
Se a quanto sopra esposto aggiungiamo, infine,  il fatto che la struttura commissariale non  è stata in grado di concordare con il governo centrale un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle amministrazioni locali, costringendo di fatto le stesse a partecipare allo scempio dell’economia locale, pretendendo il pagamento dell’IMU dalle famiglie e dalle imprese. Decisione che ha sconcertato anche i sindaci più coraggiosi che hanno osato criticare l’operato del Super Commissario e dell’Assessore alle attività economiche della regione.
Ebbene alla luce di tutto questo, al Commissario Straordinario ed al suo “Compagno di Merende”,  Assessore Regionale alle politiche produttive, non restava  tanto altro da poter “sbagliare”. Il supporto al territorio è stato un fallimento su tutta la linea. L’emergenza sisma è stata gestita in modo assolutamente non conforme alle esigenze della popolazione colpita, una tattica operativa sistematicamente errata che sembra essere stata ordita apposta per compiacere degli interessi esterni.
Il Gatto e la Volpe ora cercano di deviare le loro colpe additando quale responsabile il sistema. Incolpano genericamente le istituzioni per liberare le persone che le compongono ossia loro stessi. Il politicante, ossia l’uomo che non produce ma consuma,  vive e si sviluppa nelle istituzioni come un parassita e le rinnega solo per essere rivotato e perpetrare il proprio ciclo riproduttivo. Proprio come sta accadendo ora. Al politicante non sta a cuore l’interesse pubblico, ma unicamente il proprio; egli agisce in funzione di ciò che gli torna utile, non di ciò che serve realmente alla popolazione. Gioca con la vita del suo prossimo con grande spregiudicatezza, forte del fatto di aver ordito un sistema che mai gli attribuirà direttamente colpe.
Attaccati alle loro poltrone, dall’alto dei poteri che si sono, con l’inganno, attribuiti, si difendono come leoni. Purtroppo il loro ruggito si affievolisce sempre più, all’evidenza dell’errore che hanno commesso, ossia di averci depredato delle ultime risorse rimasteci dopo aver patito la devastazione del sisma. Non leoni dunque,ma luridi sciacalli, ecco cosa realmente sono: subdoli predatori che vogliono mettersi alla guida di un paese che è allo stremo, per condurlo al baratro.
Dove servirebbero capitani coraggiosi, troviamo a candidarsi degli infami e degli incapaci, soggetti privi del senso della collettività, attenti unicamente ai propri interessi ed a quelli dei capi branco, esseri spregevoli  che non si fanno scrupoli a nutrirsi dei brandelli di carne strappata ai corpi dei fratelli terremotati. Figli di un glorioso partito operaio ora più attenti agli interessi delle banche (vedi Unipol e Monte dei Paschi) piuttosto che a quelli dei poveri terremotati
…….la vanagloria è il vostro peccato!!!!!
….. chi ama la propria terra e la propria storia non vi vuole!!!!

 di Francesco Mantovani 06/03/2013 pubblicato sull' L'Ossorvatore civico possidiese - edizione di marzo

mercoledì 13 marzo 2013

Bondeno incontro con l'amministrazione comunale




Lunedì 11/03 alla sera, a Bondeno, l'Amministrazione Comunale incontrava i cittadini per parlare della ricostruzione post terremoto. Invitati,  siamo andati per esporre il nostro punto di vista in merito ai problemi determinati dalle normative di stampo punitivo attuate nei confronti dei terremotati, dei meccanismi burocratici che ancora non funzionano, dei contributi che faticano ad essere erogati, insomma di un territorio che, nonostante quello che si vuol far credere, rischia seriamente di non riprendersi. Una discussione piuttosto serrata, che è proseguita anche dopo la fine dell'incontro "ufficiale". 
 
L'impressione è che in tanti nutriamo delle perplessità sull'andamento della ricostruzione, incluse le amministrazioni (alcune almeno), ma un discreto numero ancora fatica ad esprimersi pubblicamente in merito.

E' fondamentale moltiplicare le occasioni di incontro, di confronto, di interscambio di notizie tra comitati, con i singoli cittadini e con le Amministrazioni comunali in quanto il cratere è vasto ma le problematiche sono comuni e si potranno risolvere solo lavorando insieme.

venerdì 8 marzo 2013

TRA IL DIRE E LA RICOSTRUZIONE...C'E' DI MEZZO...

Aiutiamo Muzzarelli!

In Regione non riescono a capacitarsi come mai le pratiche di richiesta del contributo pervenute siano ancora pochissime rispetto all'enorme numero di immobili seriamente danneggiati; perciò, nell'incontro del 22 febbraio, ci hanno chiesto di segnalare dei casi specifici e le relative problematiche.
Nella ultima assemblea a Medolla abbiamo girato ai presenti, e poi su FB, questa richiesta ma, rendendoci conto che potrebbe risultare un po' “astratta” riportiamo qui, a mò di esempio, uno dei casi fino ad ora raccolti.

- Casa rurale classificata in B
- Progetto di ristrutturazione completato.
- Preventivi raccolti.
- Tipologia di intervento e costo stimato tali da far pensare ad una richiesta di riclassificazione.
- Perizia presentata in Comune.

A questo punto bisognerà attendere che:


- il Comune raccolga un numero sufficiente di richieste di riclassificazione da mandare in Regione
- la Regione calendarizzi l'uscita di una squadra, in modo da avere cinque o sei pratiche nello stesso Comune/giorno
- La Regione attualmente è sprovvista delle sopra citate squadre e deve nuovamente dotarsene (sembra problemi legati a contratti a progetto da rinnovare)
- Tutto questo, a spanne, richiederà almeno DUE mesi prima dell'uscita della squadra
- poi i necessari tempi di valutazione e trasmissione dell'esito al Comune
- solo a quel punto potrà essere presentato il mude
- e, da allora, partiranno ALTRI DUE mesi prima di avere la risposta del Comune
poi si potrà dare inizio ai lavori.

Se ne riparlerà tra CINQUE/SEI MESI da oggi.


Chissà perché la ricostruzione non parte.....

mercoledì 6 marzo 2013

stay tuned



Venerdì 1 Marzo, a Medolla, si è discusso in assemblea sulle risposte della Regione nell'incontro avuto il  22 febbraio  e su cosa fare per portare a casa dei risultati concreti che possano aiutare la Bassa (intesa come tutto il territorio colpito dal sisma) e la gente che ci abita a ripartire realmente. Diverse le proposte emerse dalla discussione. Come Sisma.12 ci siamo impegnati a presentare, al prossimo incontro, un documento di sintesi. 
 La cosa che, però, emerge sempre con maggiore chiarezza è la consapevolezza della necessità di portare avanti il confronto con la Regione (o l'eventuale scontro) nel modo più unitario possibile.