mercoledì 24 luglio 2013

lunedì 22 luglio 2013

non è ancora tempo di vacanze



Con sabato sera, a Mirandola, abbiamo concluso questo primo ciclo di quattro incontri pubblici organizzati per il Sisma Tour “La ricostruzione che vogliamo”.  Possiamo senz’altro dire che il bilancio è positivo.
Grazie al Sisma Tour abbiamo avuto modo di entrare in contatto con altri cittadini del cratere e, assieme a loro, abbiamo e stiamo ragionando sui tanti problemi fondamentali ancora da risolvere, tra cui:
·         il superamento definitivo del contratto di finanziamento  (solo quando dal contratto saranno scomparse le richieste di garanzia a carico del terremotato e avanti causa potremmo dire che questo capitolo è archiviato)
·        i pagamenti degli stati d'avanzamento lavori troppo lontani tra loro che stanno mettendo in seria difficoltà le imprese costrette ad anticipare i denari per far fronte a tutte le spese di approvvigionamento materiali, stipendi, contributi
·        questo benedetto 100%  che di fatto 100% non è 
Poi, dato che i nostri governanti ce la mettono tutta per non farci annoiare, abbiamo iniziato a ragionare su cosa significherebbe concretamente la ventilata riesumazione dell'art 2 del DL 59 presentato da Monti nel maggio 2012. Quello stesso articolo che prevede l’assicurazione obbligatoria a carico dei cittadini contro le catastrofi naturali; quella stessa norma con la quale lo Stato italiano vuole chiamarsi fuori da qualsiasi responsabilità (economica ma non solo visto che di prevenzione non si parla) “dicendo”  ai suoi cittadini  che  se un terremoto, una tromba d’aria o un’alluvione ha distrutto la vostra casa, “mi spiace tanto, problema vostro!!! “. E iniziato a fare un'analizi  dei  costi (molti) e benefici (pochini) di una eventuale, specifica assicurazione obbligatoria a carico del cittadino.
Inoltre,  con dei tecnici specializzati nel campo della bioedilizia, abbiamo scandagliato le prospettive offerte da un (eventualmente) diverso tipo di ricostruzione. Diverso per materiali e logiche dalla ricostruzione che ci viene prospettata che, visto il successo che sta avendo, qualche problemino dovrà pur presentarlo.

In ogni caso l'attività del Comitato continua: mercoledì 24 luglio ci incontriamo  a Cavezzo, Via Dante 4, per pianificare le iniziative di questo periodo e, soprattutto, quelle che ci vedranno impegnati da settembre in avanti.
 
Insomma: non è ancora tempo di augurarci  “buone vacanze!”.   

lunedì 15 luglio 2013

ASSICURAZIONE SU BASE VOLONTARIA ???



Il DL 59 di montiana provenienza, (quello che, in estrema sintesi, diceva agli italiani  ”C'è stato un terremoto, una inondazione, un cataclisma in genere  ed hai perso la casa? Problema tuo!” ) è vivo e gode di ottima salute.                         Tant'è che, sembra, il governo Letta voglia dargli attuazione.

Solo che, per salvaguardare la libera iniziativa (Dio ce ne guardi!) non si parla per nulla di regolamentare, prima, il mercato di una polizza che sarà obbligatoria; e quindi prepariamoci già da ora alla solita giungla.
Premi annuali altissimi (altro che IMU), rimborsi che vanno dal 80% del costo di ricostruzione (vi ricorda qualcosa?) fino al 50%, o dei rimborsi al 100% che, però, prevedono una franchigia fino a 50.000 euro; obbligatorietà della stipula contemporanea della polizza incendi con la stessa compagnia. Ma tutto ciò non prevede la copertura contro le inondazioni che, ad oggi, richiedono una polizza a parte.
Ma quando poi saremo economicamente responsabili della “buona salute” della nostra casa, con un esborso ulteriore per messe in sicurezza, adeguamenti alle nuove normative e così via e, nel prato a confine, verrà dato un permesso per delle trivellazioni esplorative, o esonderà il fiume che scorre vicino, perché gli argini non sono stati manutenutati da anni per mancanza di fondi, sarà nelle cose che qualcuno chiederà conto ai responsabili. E non su FB. 

DECRETO-LEGGE 15 maggio 2012, n. 59
Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile.
Art. 2

assicurazione su base volontaria contro i rischi di danni derivanti da calamità naturali  

1. Al fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati, a qualunque uso destinati, ed al fine di garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione di beni immobili privati destinati ad uso abitativo, danneggiati o distrutti da calamità naturali, possono essere estese ai rischi derivanti da calamità naturali le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati. Per favorire altresì la diffusione di apposite coperture assicurative contro i rischi di danni derivanti da calamità naturali, i p
http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2012/20120113/012G0081.htm

giovedì 11 luglio 2013

con la sola attesa non si ricostruisce il nostro futuro


RIPRENDIAMOCI I NS DIRITTI

Anche l’ultima possibilità “istituzionale” di risolvere i problemi dei terremotati emiliani si è persa nei meandri del Parlamento, dove la conversione in legge del dl 43   ci ha consegnato piccole migliorie (spesso scontate) con una valanga di promesse disattese.

Era il 30 maggio quando il Commissario Errani ed il Presidente Letta, a seguito di una contestazione subita durante una visita ai territori colpiti dal sisma, assicuravano che tutti i problemi sarebbero stati risolti in Parlamento. D’altra parte, in linea con quanto si è già verificato durante l’ultimo anno, il testo emanato lascia invariati tutti gli aspetti che, più o meno direttamente, stanno bloccando la ricostruzione, come ci dimostrano gli stessi dati forniti dalla Regione (180 milioni elargiti a fronte di un danno stimato tra i 10 e i 15 miliardi).
Questo ci sembra un copione già noto che, da un lato vede le Istituzioni compatte nel descrivere uno scenario positivo, quasi come se in Emilia il terremoto fosse ormai un lontano ricordo, e dall’altro lascia i terremotati ancora in condizioni di enorme precarietà, impegnati a districarsi tra la burocrazia e i soldi che non arrivano.
Il leitmotiv con il quale si giustificano le bocciature sostanziali di ogni singola proposta che viene dai comitati è “in questo periodo di crisi i soldi non ci sono”. Tuttavia, le risorse, seppur esigue a loro dire, che vengono trovate per gli F-35, per la TAV (guarda caso questi temi sono affrontati nello stesso provvedimento che riguarda i terremotati) e per quei progetti che destinano soldi ai soliti noti, ci pongono di fronte a un dato di fatto: la ricostruzione dell’Emilia non è una priorità!
Crisi, fiscal compact, pareggio di bilancio in costituzione, regole imposte dall’Europa, e non solo, stanno lì a dirci che i soldi li si vuole usare per pagare gli interessi sui titoli di Stato o per finanziare il sistema bancario, oggi più che mai focalizzato nella realizzazione dei suoi piani speculativi e sempre più cinico nella sua interazione col territorio. Su questa linea si sono posizionati anche Errani e Letta dimostrando, al di là delle dichiarazioni, una continuità di intenti con il precedente governo Monti. L’episodio più recente è quello della polizza obbligatoria contro le calamità naturali tipo il terremoto. Il provvedimento, contenuto nella riforma della Protezione Civile varata da Monti e tuttora in esame, prevede che lo Stato non paghi più ai cittadini i danni causati da eventi catastrofici, considerando tale pratica anacronistica e di carattere assistenziale, ma obbliga i cittadini stessi ad assicurarsi privatamente. Il governo Letta si limita a edulcorare la pillola proponendo, secondo recente affermazione del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Simona Vicari, che l’assicurazione venga resa obbligatoria, ma che lo Stato contribuisca all’onere attraverso defiscalizzazioni dei premi assicurativi. Dunque, le varie governance concordano che l’indennizzo ai cittadini da parte dello Stato, per quanto subito a causa di calamità naturali, non sia un diritto degli stessi.
E’ sempre più evidente quali siano le dinamiche messe in atto: si vuole imbonire i terremotati con promesse che nella realtà non si intende mantenere (molto spesso provando a cavalcare le rivendicazioni portate avanti tenacemente dai comitati) e contemporaneamente si usano forme di ricatto, che giocano sulla vulnerabilità psicologica di chi sta vivendo situazioni estremamente critiche, per bloccare a monte le proteste; così l’applicazione dei piani di austerity può proseguire indisturbata e i governanti possono tenersi ben stretti le poltrone del comando, a Roma a Bologna o nell’ultimo comune del cratere, con tutti i privilegi che ne conseguono.
Pensiamo allora che sia necessario più che mai “tirarsi su le maniche”, questa volta non per sopperire alle mancanze dello Stato, ma per chiedere con forza quello ci spetta, i nostri diritti e la ricostruzione del nostro territorio. Dobbiamo essere consapevoli che dalla cricca dei governanti non si otterrà nulla, ad esclusione di contentini ingannevoli, a meno che non li si metta alle strette. D’altra parte, nella situazione in cui ci troviamo, provare a risolvere le varie problematiche individualmente, rivolgendosi magari all’amministratore di turno con l’auspicio che questi si adoperi per noi, non può che risultare controproducente; infatti, se non si fa parte in qualche misura dell’entourage, si viene lasciati soli nella confusione più totale, narcotizzati dalla solita mole di promesse vuote.
L’unica risposta che sia in grado di ribaltare questo scenario profondamente critico è la compattezza di noi terremotati e la nostra determinazione a lottare per appropriarci di una ricostruzione del nostro territorio che rispetti i nostri bisogni e che rispecchi i nostri desideri. Non si tratta di assistenzialismo ma di un nostro diritto!
Non possiamo più aspettare, il tempo dei lamenti è finito e l’unica via percorribile è quella della lotta per il nostro futuro, tutti uniti al fianco dei comitati, per riprenderci ciò che ci spetta!

Dal Basso alla Bassa

mercoledì 10 luglio 2013

di che Stato stiamo parlando?



Terremoti, arriva la polizza obbligatoria: lo Stato non pagherà più i danni. Imprese e famiglie dovranno assicurarsi per coprire i rischi di terremoto:……………. 




................................. è passato un pò di tempo ormai da quando, come Brigate di solidarietà attiva, lavoravamo fianco a fianco col Comitato sisma.12. L'intervento in Emilia è finito il 24 Novembre e noi, in quella data, giù da 3 mesi denunciavamo i tentativi del Governo Monti di obbligare le persone a pagare una polizza assicurativa che sgravasse lo Stato dal compito di sostenere al 100% le spese per i danni da calamità naturali. L'unica cosa che aveva fino ad ora impedito la messa a legge di questa oscenità era stato proprio il terremoto in Emilia: una legge di questo tipo avrebbe lasciato nel dramma parecchie migliaia di terremotati.
E ora, proprio ora che c'è un nuovo Governo che in teoria doveva segnare (solo a parole, ci mancherebbe) la discontinuità col governo Monti - tutto calcoli razionali e zero umanità- ci ritroviamo di fronte le stesse magagne. Ora la domanda è una sola: uno Stato che non dà più servizi, che non tutela più i propri cittadini, merita ancora di essere ritenuto legittimo? Sarebbe interessante chiederlo in Garfagnana, dove i terremotati stanno già cominciando a organizzarsi per ripetere da capo le battaglie già fatte dagli aquilani e dagli emiliani, perchè ogni volta che una lotta costruisce un piccolo passo avanti, i Governi delle banche lo cancellano immediatamente. Ed ecco perchè diventa importante mettere in connessione le lotte
Ilaria

venerdì 5 luglio 2013

SismaTour Comitato Sisma 12 Bondeno


l'anteprima del video che presenteremo questa sera a Bondeno, che sarà spunto di discussione. si parlerà di questo e di tante altre cose, non ultima la modifica del contratto di finanziamento...... in attesa che le promesse si trasformino in norma, quindi in fatti

giovedì 4 luglio 2013

FATTI NON PAROLE: E CHE CONTRIBUTO GARANTITO SIA!



Ieri, 3 luglio, “il Governo ha chiarito in modo netto che il contributo, per i cittadini e le imprese è garantito dallo Stato per tutto il periodo del mutuo, per tutta la durata e per l’intera somma riconosciuta dalla procedura. Questo è un impegno chiaro e  preciso che risolve interrogativi che in queste settimane si erano diffusi”. Lo hanno sottolineato il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli.

A questo punto ci aspettiamo che il documento di finanziamento, frutto dell'accordo tra Cassa Depositi e Prestiti ed ABI, che viene fatto firmare ai terremotati a seguito della presentazione della Cambiale Errani, sia immediatamente rettificato in quanto contenente clausole palesemente in contrasto con quanto espresso dal Governo.
 

martedì 2 luglio 2013

LA IENA OPERAIA Intervista i rappresentanti del Comitato Sisma.12 a Cave...

LA GRANDE FARSA DEL DECRETO EMERGENZE




Era il 30 maggio quando davanti alla Sorin di Mirandola il Commissario Errani ed il Presidente Letta ci dicevano che non c’era nulla di cui preoccuparsi in quanto la conversione in legge del decreto 43 avrebbe risolto tutti i nostri problemi. Bene ora che il Parlamento ha votato a noi rimangono una qualche promessa non esaudita ed esattamente tutte le stesse problematiche.
Nel merito le novità sono il prolungamento dello stato d’emergenza fino a fine 2014 ( e ci mancherebbe altro), il meccanismo del prestito per pagare le tasse (speriamo solo che venga utilizzato al contrario di quanto è successo a Dicembre) e lo sblocco del patto di stabilità per permettere ai Comuni di assumere personale per velocizzare lo smaltimento delle pratiche; questo è un aspetto importante,  certo che bisognerebbe mettere i terremotati nelle condizioni di presentare le domande in  quanto con i numeri di pratiche che sono state presentate l’ultimo dei problemi è quello della lentezza.
Non si parla però di alleggerire la burocrazia, di rivedere il contratto capestro di finanziamento, di l’adeguare il rimborso alle spese effettive,  di passare da contributo ad indennizzo e così via; insomma le vere tematiche che di fatto non fanno partire la ricostruzione rimangono lì intatte col risultato che la gente non presenta le domande.
A dire il vero non ci eravamo fatti delle grandi aspettative ma questa è l’ennesima conferma di quanto le istituzioni siano lontane dai problemi quotidiani dei terremotati e che la parola d’ordine sia sempre “risparmiare” mettendo così in secondo piano la ricostruzione della Bassa.
Per noi la ricostruzione è una priorità assoluta e rifiutiamo il discorso dei “soldi che non ci sono” in quanto se c’è la volontà politica i soldi si trovano come abbiamo visto per la vicenda degli F-35 o per il finanziamento della TAV Torino-Lione che, guarda caso, trova spazio proprio nella conversione del decreto Emergenze.
Spendiamo due parole anche sulla polemica tra PD e M5S che, seppur ci lascia abbastanza disinteressati, ha portato al risultato di parlare di tutt’altro rispetto ai problemi reali elencati in precedenza. Ci sorge spontaneo il dubbio  che tutto ciò sia stato ben congeniato. Così come la questione della tassazione dei rimborsi assicurativi che non ci preoccupava in quanto era ovvio che non si potevano tassare quei soldi, però questo tema ha offuscato il dibattito per settimane nascondendo gli altri problemi e alla fine c’è anche qualcuno che ha avuto il coraggio di parlare di “grande vittoria”.
Ora, dato che anche l’ultima speranza istituzionale se n’è andata, non ci rimane che organizzarci per rivendicare i nostri diritti e invitiamo quindi tutti i terremotati a partecipare alle prossime iniziative perché solo se saremo uniti e combattivi ricostruiremo i nostri paesi!