Era
il 30 maggio quando davanti alla Sorin di Mirandola il Commissario Errani ed il
Presidente Letta ci dicevano che non c’era nulla di cui preoccuparsi in quanto
la conversione in legge del decreto 43 avrebbe risolto tutti i nostri problemi. Bene ora che il Parlamento ha votato a noi rimangono una qualche promessa non
esaudita ed esattamente tutte le stesse problematiche.
Nel
merito le novità sono il prolungamento dello stato d’emergenza fino a fine 2014
( e ci mancherebbe altro), il meccanismo del prestito per pagare le tasse
(speriamo solo che venga utilizzato al contrario di quanto è successo a
Dicembre) e lo sblocco del patto di stabilità per permettere ai Comuni di
assumere personale per velocizzare lo smaltimento delle pratiche; questo è un
aspetto importante, certo che bisognerebbe mettere i terremotati nelle
condizioni di presentare le domande in
quanto con i numeri di pratiche che sono state presentate l’ultimo dei
problemi è quello della lentezza.
Non
si parla però di alleggerire la burocrazia, di rivedere il contratto capestro di
finanziamento, di l’adeguare il rimborso alle spese effettive, di passare da
contributo ad indennizzo e così via; insomma le vere tematiche che di fatto non
fanno partire la ricostruzione rimangono lì intatte col risultato che la gente non
presenta le domande.
A
dire il vero non ci eravamo fatti delle grandi aspettative ma questa è
l’ennesima conferma di quanto le istituzioni siano lontane dai problemi
quotidiani dei terremotati e che la parola d’ordine sia sempre “risparmiare”
mettendo così in secondo piano la ricostruzione della Bassa.
Per
noi la ricostruzione è una priorità assoluta e rifiutiamo il discorso dei
“soldi che non ci sono” in quanto se c’è la volontà politica i soldi si trovano
come abbiamo visto per la vicenda degli F-35 o per il finanziamento della TAV
Torino-Lione che, guarda caso, trova spazio proprio nella conversione del
decreto Emergenze.
Spendiamo
due parole anche sulla polemica tra PD e M5S che, seppur ci lascia abbastanza
disinteressati, ha portato al risultato di parlare di tutt’altro rispetto ai
problemi reali elencati in precedenza. Ci sorge spontaneo il dubbio che tutto ciò sia stato ben congeniato. Così come la questione della tassazione dei rimborsi
assicurativi che non ci preoccupava in quanto era ovvio che non si potevano
tassare quei soldi, però questo tema ha offuscato il dibattito per settimane
nascondendo gli altri problemi e alla fine c’è anche qualcuno che ha avuto il
coraggio di parlare di “grande vittoria”.
Ora,
dato che anche l’ultima speranza istituzionale se n’è andata, non ci rimane che
organizzarci per rivendicare i nostri diritti e invitiamo quindi tutti i
terremotati a partecipare alle prossime iniziative perché solo se saremo uniti
e combattivi ricostruiremo i nostri paesi!
Nessun commento:
Posta un commento