giovedì 1 novembre 2012

Facciamo ordine sulla sentenza che riguarda la Commissione Grandi Rischi


La recente sentenza che condanna a 6 anni alcuni membri della Commissione Grandi Rischi sta subendo una trasformazione mediatica totale, un ribaltamento a cui si stanno prestando sia la Protezione Civile sia i grandi quotidiani nazionali. 
Non si intravede da nessuna parte la volontà di condannare il diritto di sbagliare degli scienziati, cosa che comporterebbe la morte della ricerca, né tanto meno una condanna contro l'incapacità dei tecnici della Commissione di prevedere i terremoti. Chi afferma questo è solo in cattiva fede.
Per capire bene la vicenda occorre ripercorrere gli antefatti: tutto ha inizio con una intervista a Giampaolo Giuliani, ricercatore del laboratorio del Gran Sasso, il quale preoccupatissimo in un’intervista ad AquilaTv aveva detto “Noi purtroppo osserviamo da ieri, e lo abbiamo già detto, anomalie lontane dal nostro territorio ma comunque visibili dalla strumentazione in nostro possesso. Era evidente già da alcuni giorni lo spostamento degli epicentri verso Ovest e la scossa odierna era prevedibile. E’ ora di smetterla di dire che i terremoti non possono essere annunciati o previsti, chi lo fa sta producendo morti”.
Giuliani, dopo questa uscita, è stato immediatamente additato come provocatore, come mistificatore da tutta la comunità scientifica ufficiale, accusato di parlare senza solide basi scientifiche: questo nonostante vi siano già da tempo ricerche sul rapporto tra aumento della presenza di radon e eventi sismici e un nuovo modo di classificare la sismicità di un territorio interfacciando lo storico dei sismi con lo studio del sottosuolo, già diffusi in altri paesi ed assurti nella scienza ufficiale, ai quali Giuliani faceva riferimento.
Il motivo per cui la scienza accademica si presenta del tutto impermeabile a nuovi approcci è profondamente politico e legato a baronati che tendono a investire su aree di ricerca pubbliche e private monodirezionali.
Tutto questo attacco alla teoria standard non è rintracciabile nella sentenza, che però ha individuato un campo preciso di accusa: quello politico.
L'allerta diffusa da G.Giuliani ha ovviamente preoccupato la popolazione aquilana, portando il Governo a sentire il bisogno di rassicurare tutti. Una rassicurazione che ha avuto effetti catastrofici.
S'è deciso di avviare una potente campagna mediatica, sfruttando politicamente la legittimità scientifica dei tecnici della Commissione Grandi Rischi, ribadendo l'impossibilità di prevedere i terremoti sia in difesa della casta accademica sia per deresponsabilizzare Governo e Protezione Civile riguardo ai terremoti.
Tutto questo è confermato sia dal vulcanologo Enzo Boschi, presente a una riunione della Commissione indetta dal Governo, che ha affermato che lo scopo della cosa era ribadire l'imprevedibilità dei terremoti, sia da un'intercettazione del giorno prima di una telefonata all'Ex capo della Prociv Guido Bertolaso, il quale affermava che "quella di domani sarà solo un'operazione mediatica".
Non si può dire che ci sia la possibilità scientifica di prevedere esattamente i sismi, ma quel che è certo, e che la Commissione Grandi Rischi ben sa, è che l'Italia sta andando incontro ad un forte e diffuso rischio sismicità: nonostante questo la scelta, meramente politica, è stata di ignorare tutto questo , con la conseguenza diretta della totale assenza di un serio piano di prevenzione e gestione del territorio nazionale.
Il tanto paventato rischio di paralisi della Protezione Civile e della Commissione Grandi Rischi c'è, ma non è legato a questa sentenza, ma ad un uso politico, quindi di parte e lontano dalla scientificità, di queste stesse organizzazioni.
L'unico modo perchè la Protezione Civile e quindi la Commissione Grandi Rischi (La protezione civile, di cui fa parte la Commissione, è un dipartimento della Presidenza del Consiglio del Ministri) siano davvero utili, efficaci e preventivi è che si stacchino dal filtro politico e possano agire liberamente in senso tecnico/scientifico.
COMITATO SISMA.12

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