In questi giorni, nella Bassa, stiam tutti parlando della Commissione Ichese, o meglio, del rapporto da essa stilato, che sembra sia rimasto a stagionare in qualche cassetto in Regione fin quando, domani, non verrà reso pubblico all'assemblea regionale riunita.
Anticipazioni autorevoli dicono, in sostanza, che la commissione se n'è uscita con un responso che non esclude la possibilità che l'attività estrattiva abbia innescato, o perlomeno anticipato, il sisma di due anni fa.
Considerato che il committente non sembra essere proprio “neutrale” già un gran risultato.
Però , a voler ben vedere, non c'è una accusa diretta all'attività estrattiva.
E quindi siamo da capo.
E potremo continuare a discutere sul niente per un altro po'.
Però , a voler ben vedere, non c'è una accusa diretta all'attività estrattiva.
E quindi siamo da capo.
E potremo continuare a discutere sul niente per un altro po'.
Pensiamo invece che la cosa veramente interessante, in tutto questo, sia l'atteggiamento della Regione che, invece di applicare il principio di precauzione e di stoppare definitivamente le attività di perforazione del proprio suolo, sembra propensa a riaprire i giochi delle concessioni, paga della “non sicuramente accertata colpevolezza”.
Per non girare a vuoto dovremo prendere atto che la questione non sono le perforazioni, o gli argini non manutenuti, o la ricostruzione dei privati che non riparte, o l'eccessiva burocrazia, o gli annunci di un sostegno economico ancora mai seguito da azioni concrete.
La questione è se sia lecito che il destino di un territorio venga deciso indipendentemente, o contro, il volere di quelli che lo abitano.
E su questo pensiamo sia giunto il momento di confrontarci.
La questione è se sia lecito che il destino di un territorio venga deciso indipendentemente, o contro, il volere di quelli che lo abitano.
E su questo pensiamo sia giunto il momento di confrontarci.
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