mercoledì 18 settembre 2013

Perché è casa mia



“lo so che ci arriverò in fondo, ma vorrei proprio che all'esterno si percepisse che tutta questa storia della ricostruzione non si può solo ridurre a mattoni, calce, tetti, Mude....
Si porta dietro un terremoto interno, degli animi delle persone, che al contrario del terremoto fisico che pare essersi fermato, continua nel suo sciame di sentimenti e diritti calpestati...”

In questo sisma siamo noi le vittime. 

Non dobbiamo dimenticarcelo.
 
Non dobbiamo tollerare però di essere vittime due volte, relegati a essere attori passivi di questo sistema che ci svilisce, che ci vuole mettere da parte, che vuole estrometterci, schiacciandoci sotto il peso di questa burocrazia fatta di tecnici saccenti, ordinanze, commissari…
Io voglio poter dire la mia. Voglio sapere che cosa volete fare con la mia casa e come lo volete fare e non tollero di essere sottoposta all’arroganza di chi si mette su un piedistallo, spesso anche con poco titolo e competenza, e mi impone di subire scelte che non voglio solamente perché queste persone si sentono intitolate come unici “salvatori” di noi poveri terremotati senza casa o senza lavoro.
Io esigo di sapere come viene usato ogni singolo Euro che mi spetta così come sono disposta a giustificare ogni singolo Euro che mi verrà dato. E questo atteggiamento “A te non deve interessare… pensiamo a tutto noi” a me non va bene. Sappiatelo.
Andrò a testa alta e sarò sempre presente e vigile e farò sentire il mio peso, perché un peso noi terremotati ce l’abbiamo, perché siamo cittadini, perché quello che ci devono ci spetta, perché uno stato deve tutelare i diritti delle persone oneste, che pagano le tasse, rispettano le regole di vita sociale e insegnano ai propri figli l’onesta e il rispetto per i più deboli.
Non mi lascerò calpestare, perché io sento di avere dei diritti e non delle colpe e poi semplicemente per un motivo: perché è casa mia, è l’unico bene che possiedo (la mia ricchezza è un’altra, è la mia famiglia), è una cosa che mio padre ha donato a me e che io potrò lasciare ai miei figli.
Barbara
18 settembre 2013

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