Da Gazzetta di Modena 3 dic 2012 - di Francesco Dondi
Ecco l'ordinanza sulle "E pesanti" Ginepraio di calcoli e incognite
Le case
gravemente danneggiate suddivise in tre livelli di rischio. Contributo
massimo:1450 euro
L'esperto:
«C'è la possibilità di essere declassati e costi altissimi non rimborsabili per
i proprietari»
Fino a
1450 euro, destinati eventualmente a salire per ogni miglioria, per gli edifici
classificati
come
"E pesanti". E la sintesi dell'ordinanza attesa entro domani. Come in
tutte le altre ci sono vari livelli di rimborso in questo caso però ancora più
complessi. Perché la Regione chiederà ai tecnici di periziare gli edifici e
attraverso un calcolo decretare la classe di rischio della struttura. Caso paradossale,
ma non escludibile a priori: strutture finora considerate E dalle schede Aedes
potrebbero anche tornare in A. così come prevede una simulazione
dell'ordinanza. Stando al concreto, però, le "E pesanti" verranno
ulteriormente suddivise in "danno significativo", "danno
grave" e" danno gravissimo" a cui sarà collegato il
"livello operativo" che certificherà il rimborso. In caso di livello
E fino a 120 metri quadrati si otterranno 1000 euro, che calano a 800 tra 121 e
200 metti e ulteriormente a 700 oltre i200 metri quadrati. Con il livello E2
arriveranno 1250 euro fino a 120 metri quadrati, 1000 nella fascia intermedia e
850 oltre i 200 metri quadrati. Il livello E garantirà 1450 euro fino a 120 metri
quadrati, 1200 nella fascia 121-200 e 1000 oltre i 200 metri quadrati. Viene
poi considerato un livello E0, che si rifà alle ordinanze 51 e 73, che prevede
un massimo di 800 curò' fino a 120 metri che poi calano a 650 e 550 euro con le
altre due fasce.
Ci
saranno poi incrementi per ogni caso particolare: 40% per gli edifici di
interesse culturale, 10% per l'efficientamento energetico oltre il 30% rispetto
ai consumi medi dell'anno precedente, 15% per chi arriverà in classe energetica
A, fino al 15% per chi ha case in zone a rischio liquefazione e 10% per
ubicazioni disagiate. Le spese tecniche, come sempre, sono computate al 10%
mentre nei rimborsi rientrano anche le pertinenze. Riceveranno il SO% del
contributo anche le unità immobiliari inagibili che non erano abitazione
principale ma che fanno parte di un edificio che ospita abitazioni principali.
Stesso rimborso (50%) anche per gli edifici residenziali comprendenti solo
unità immobiliari inagibili non destinate ad abitazione principale o attività
produttiva in esercizio. Chi ricostruirà case sfitte con i soldi dei contributi
sarà obbligato ad affittarle entro sei mesi dalla chiusura del cantiere e per
almeno quattro anni. Paolo Bianco di "Asso Ingegneri e
Architetti" analizza la bozza. «Ha del surreale - dice - In pratica, in
termini impliciti, c'è scritto che secondo l'algoritmo che si sono inventati
un'inagibilità E potrebbe risultare addirittura una A; cioè completamente
agibile. Sembra uno scherzo, ma non è così. La scadenza della presentazione
delle domande al 30 marzo è insensata: le valutazioni tecnico-analitiche preliminari
per capire in che
livello operativo ci si trova sono lunghissime e costose. Pertanto, per i fabbricato
più danneggiati le operazioni di rilievo necessarie per poter procedere alle
verifiche preliminari richiedono interventi preventivi di messa in sicurezza i
cui costi, altissimi, non sono contemplati e quindi restano a carico del
cittadino. Espongono, inoltre, inutilmente a pericoli tecnici e imprese,
costretti a misurazioni sul campo in strutture pericolanti. Restando sull'aspetto
economico: le spese tecniche
sono ammesse sempre al 10%. Ma nel passare da tipologia B a tipologia E il
lavoro tecnico e le competenze cambiano sensibili: lente. In questo modo a
quelli più colpiti toccherà un maggior esborso anche in termini di spese
tecniche. Senza scordare, infine, come la discrezionalità lasciata
all'amministrazione di prendere in carico la pratica: non si conta la data di
inserimento nel sistema Mude, ma il momento in cui i tecnici la scaricano. E
anti-costituzionale». Dubbi, infine, sull'applicazione della SOA, la certificazione
che aveva già fatto discutere. Era necessaria per interventi superiori ai 150
mila euro (B e C), così come viene richiesta per le E leggere oltre i 252mila
curo. Per le E pesanti si arriva a pretenderla solo per cantieri superiori ai 500mila
euro. «E un controsenso - dice Bianco - Per le B e le C serviranno imprese di
serie A già per importi ridotti, nelle E pesanti, invece, la soglia è molto
alta, aprendo la possibilità a tante aziende non strutturale di
effettuare
interventi sotto i 500mila curo».
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