Il Terremoto è stato un disastro enorme, ha lasciato molti
danni agli edifici e ha colpito ognuno di noi nella nostra vita, inutile dirlo;
ma dal fondo si risale, si riparte rimboccandoci le maniche e cercando di
trasformare un evento così tragico in una nuova opportunità.
Un esempio lo si è avuto in Umbria e nelle Marche dove
grazie ai contributi si è ricostruito in un modo diverso, nuovo che ha dato uno
slancio, anche economico, a tutto il territorio mentre invece qua in Emilia si
cerca di raschiare il fondo del barile e ognuno si arrangia come può pur di
farsi bastare i soldi della cambiale Errani.
In campagna elettorale veniamo bombardati da termini come eco, bioedilizia,
green economy o risparmio energetico,
ma poi, alla prova dei fatti, tutte queste rimangono solo parole in quanto
manca il coraggio di osare e la volontà di cambiare perché l’unica parola che
sembra trasformarsi in realtà è “risparmiare”.
Con queste ordinanze è impossibile ripensare la nostra
abitazione con sistemi moderni che darebbero beneficio a tutto il territorio e,
a meno ché non si tirino fuori i soldi, bisogna usare gli stessi materiali che
si usavano 50, 100 o 200 anni fa perché semplicemente costano meno.
E così i tecnici si scervellano per trovare la soluzione che
ti faccia stare dentro ai parametri regionali, togliendo qualche particolare o
usando materiali più scadenti, tanto da sembrare maghi più che professionisti
preparati.
E lo stesso discorso si ripete pure per l’antisismica,
caratteristica essenziale per le inagibilità di classe E, che aumenta del
10%-20% il costo dei lavori ed allora “l’ultima moda” che imperversa per il
cratere è cercare di farsi passare in classe B o C in modo da non essere
vincolati a certi parametri.
Che equivale ad un territorio
chiaramente sismico ricostruito in maniera vecchia e non sicura ma in
questo modo a Roma avranno risparmiato qualche soldo e al terremotato, che ha
sempre la calcolatrice in mano, non rimarrà altra soluzione che dormire in
edifici non sicuri.
Una enorme opportunità, dopo il disastro, che stiamo
buttando via per cecità, per uno scellerato atteggiamento che continua a
difendere sempre certi interessi trincerandosi dietro alla solita frase “eh, ma
non ci sono i soldi” quando per trovare i soldi basterebbe avere la volontà di
farlo riducendo un qualche spreco o abbandonando progetti inutili o non
prioritari. E mentre i cittadini dal basso si informano e si immaginano paesi
rinnovati, la politica ci ripropone sempre
e solo un unico modello di ……………. sviluppo.
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