“Che palle ancora il terremoto” ?
Personalmente sono d'accordo. Basta parlare di terremoto; quello è passato, lasciandosi dietro morti, macerie, paure e disagi. Ma è passato. Però parliamo di diritti messi in discussione; parliamo della pianificazione di un territorio e della sua ricostruzione fatte indipendentemente, quando non contro, la volontà degli abitanti di quel territorio. Parliamo di democrazia e della sempre più ridotta possibilità dei cittadini di essere padroni del proprio futuro. Parliamo di cose che riguardano tutti, non solo i terremotati e non solo la Bassa; solo che qui, proprio a causa del terremoto, le cose succedono più velocemente ed in modo più evidente. Poi “che palle il terremoto” può anche semplicemente significare volersi gettare la realtà dietro le spalle.E' legittimo. Basta ricordarsi che, nascondendo la testa sotto la sabbia, si lasciano comunque scoperte ben altre parti.
Sandro Romagnoli
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giovedì 25 settembre 2014
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