martedì 2 luglio 2013

LA GRANDE FARSA DEL DECRETO EMERGENZE




Era il 30 maggio quando davanti alla Sorin di Mirandola il Commissario Errani ed il Presidente Letta ci dicevano che non c’era nulla di cui preoccuparsi in quanto la conversione in legge del decreto 43 avrebbe risolto tutti i nostri problemi. Bene ora che il Parlamento ha votato a noi rimangono una qualche promessa non esaudita ed esattamente tutte le stesse problematiche.
Nel merito le novità sono il prolungamento dello stato d’emergenza fino a fine 2014 ( e ci mancherebbe altro), il meccanismo del prestito per pagare le tasse (speriamo solo che venga utilizzato al contrario di quanto è successo a Dicembre) e lo sblocco del patto di stabilità per permettere ai Comuni di assumere personale per velocizzare lo smaltimento delle pratiche; questo è un aspetto importante,  certo che bisognerebbe mettere i terremotati nelle condizioni di presentare le domande in  quanto con i numeri di pratiche che sono state presentate l’ultimo dei problemi è quello della lentezza.
Non si parla però di alleggerire la burocrazia, di rivedere il contratto capestro di finanziamento, di l’adeguare il rimborso alle spese effettive,  di passare da contributo ad indennizzo e così via; insomma le vere tematiche che di fatto non fanno partire la ricostruzione rimangono lì intatte col risultato che la gente non presenta le domande.
A dire il vero non ci eravamo fatti delle grandi aspettative ma questa è l’ennesima conferma di quanto le istituzioni siano lontane dai problemi quotidiani dei terremotati e che la parola d’ordine sia sempre “risparmiare” mettendo così in secondo piano la ricostruzione della Bassa.
Per noi la ricostruzione è una priorità assoluta e rifiutiamo il discorso dei “soldi che non ci sono” in quanto se c’è la volontà politica i soldi si trovano come abbiamo visto per la vicenda degli F-35 o per il finanziamento della TAV Torino-Lione che, guarda caso, trova spazio proprio nella conversione del decreto Emergenze.
Spendiamo due parole anche sulla polemica tra PD e M5S che, seppur ci lascia abbastanza disinteressati, ha portato al risultato di parlare di tutt’altro rispetto ai problemi reali elencati in precedenza. Ci sorge spontaneo il dubbio  che tutto ciò sia stato ben congeniato. Così come la questione della tassazione dei rimborsi assicurativi che non ci preoccupava in quanto era ovvio che non si potevano tassare quei soldi, però questo tema ha offuscato il dibattito per settimane nascondendo gli altri problemi e alla fine c’è anche qualcuno che ha avuto il coraggio di parlare di “grande vittoria”.
Ora, dato che anche l’ultima speranza istituzionale se n’è andata, non ci rimane che organizzarci per rivendicare i nostri diritti e invitiamo quindi tutti i terremotati a partecipare alle prossime iniziative perché solo se saremo uniti e combattivi ricostruiremo i nostri paesi!

 

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