sabato 28 giugno 2014

Oltre che terremotati....


Le dichiarazioni di Vaccari, riportate dal Carlino, non meritavano che di essere liquidate con una battuta, tanto becere ed offensive risultavano a chi ha avuto la sfortuna di essere toccato da uno o più degli eventi calamitosi che, nella Bassa, abbiamo dovuto subire.
Altra cosa è la dichiarazione, decisamente più meditata, riportata sul sito del pd di Modena, perchè ci fornisce l'impostazione del senatore Vaccari rispetto alle problematiche della Bassa e di chi vi abita.
Caro senatore, vorrei farle notare che se noi, pochi detrattori, dovessimo parlare solo per minimizzare ogni risultato da voi ottenuto, saremmo condannati ad un silenzio perenne.
E che poi questi risultati siano "apprezzabili" abbia la bontà di lasciarlo decidere ai cittadini.
Comunque, come dovrebbe aver capito, noi non critichiamo il fatto che lei ed i suoi colleghi siate riusciti ad ottenere molto poco per questo territorio, in confronto ai danni subiti.
Se non si è sufficientemente forti per sostenere le proprie richieste ci sta che si possa perdere.
La critica, di merito e, soprattutto, di metodo, è rivolta al fatto che vogliate far passare una mezza sconfitta per una splendida vittoria; e per due motivi:
- il primo, pratico, perchè la appagante condizione del “vincitore” non è una premessa valida per provare ad ottenere quello che ci spetta (un po' come la favola che “gli emiliani ce la fanno da soli” alla fine s'è rivelata un boomerang e, come ci avete raccontato più volte, gli stessi vostri colleghi sono ormai convinti che qui da noi è ormai tutto risolto)
- il secondo perchè, la pervicacia con la quale continuate a volerci far passare da cretini è vagamente irritante, specie se attuata da chi dovrebbe tutelare i nostri interessi, e non giustificata neppure dal clamoroso risultato elettorale riportato dai sindaci del vostro partito.




sabato 21 giugno 2014

 Buchi, scosse e prospettive


Proviamo ad essere un po' meno politically correct.

Allora: qui il metano lo vogliono estrarre, e anche farci il deposito.
Meglio se poi, il business, lo faranno degli “amici”, invece che gente ignota venuta da chissà dove.
E non gliene frega una cippa della cautela, tanto avranno sempre la scusa che una correlazione diretta tra attività di perforazione e attività sismica non è dimostrabile.
E poi... le catastrofi naturali sono un po' come le guerre: alla fine tanti rimangono col culo per terra ma c'è sempre qualcuno che ci guadagna. C'est la vie.
Insomma: il problema del terremoto e delle sue conseguenze non è il loro.
L'unica cosa che possono temere è una ricaduta rispetto ad un eventuale calo dei consensi; e le ultime amministrative hanno dimostrato chiaramente che questo è l'ultimo dei loro problemi.
Quindi andranno avanti, nei loro intenti, dritti come una palla di fucile.
A noi, semplici cittadini, non resta che decidere seriamente cosa voler fare da grandi e, magari, deciderlo in fretta.

giovedì 19 giugno 2014

Quale filosofia dietro l'impianto operativo?

Una legge che regolamenti le fasi seguenti ad una calamità naturale è oggi evocata da più parti e, tra queste, dal Presidente Errani, la cui intenzione, o meglio, la cui aspirazione, è adottare la normativa che oggi regolamenta la ricostruzione nel post terremoto in Emilia e trasformarla in legge dello Stato.
Ecco: questa prospettiva è decisamente preoccupante.
Non tanto per la farraginosità, che ben conosciamo, del complesso di norme che ha fatto si che ancora oggi solo una piccolissima parte dei terremotati abbia potuto completare la ricostruzione della propria abitazione, la metà degli aventi diritto al contributo abbia solo dichiarato di essere intenzionata a ricostruire la propria casa (la famosa prenotazione) ed un altro dieci per cento non abbia fatto neppure questo, rimanendo di fatto escluso dal contributo.
Le norme, i coefficienti o le percentuali, ci fosse la volontà politica, potrebbero essere modificati; anche se ciò richiederebbe talmente tanto tempo che sarebbe certamente più semplice ripartire con un progetto ex novo.
Quello che preoccupa è la filosofia che costituisce la base di tutto l'impianto normativo.
Una filosofia che si discosta solo formalmente dal mai abbastanza vituperato DL 59 del Governo Monti; quello, per intenderci, che in caso di calamità naturali, avrebbe voluto che il cittadino fosse abbandonato dallo Stato e lasciato in balia del “libero mercato” assicurativo.
Una filosofia secondo la quale i cittadini potrebbero approfittare indebitamente di una parte del contributo a loro dovuto e, per evitare ciò, si è impostato un sistema di controlli preventivi che ha di fatto bloccato la ricostruzione e, con essa, la rinascita di questo territorio.

Ecco: sarebbe bene che, nella legge nazionale, questa aprioristica presunzione di colpa del cittadino, proposta da una classe politica nel suo complesso totalmente delegittimata (basti pensare ai recentissimi scandali di EXPO, del MOSE o della ricostruzione dell'Aquila) dovrebbe scomparire, lasciando il posto ad un insieme di regole certe e chiare volte a favorire la ricostruzione, la rinascita dei territori colpiti e che tengano conto dei diritti dei cittadini e non soltanto di opachi calcoli ragionieristici.
Ma, come dicevamo prima, per fare questo occorrerebbe sensibilità ai diritti dei cittadini, capacità di mettere in discussione le proprie decisioni, lungimiranza ed, anche, un po' di umiltà.
Probabilmente è chiedere troppo.

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Work in progress..... Chi manca?

Stamattina (19 giugno) s'è tenuto a Modena un incontro (convegno o workshop, chiamatelo come credete faccia più figo) sulle problematiche poste dal sisma del maggio 2012 che, di fatto, per le specificità del territorio coinvolto, è considerabile come il primo terremoto industriale italiano.
I relatori erano ordinari di diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario ( insomma, non esattamente gli ultimi arrivati) e in sala, peraltro non stracolma, c'era gente venuta da Mantova, cioè anche al di fuori dei nostri normali ambiti di contatti.
Si è discusso di come potrebbe essere impostata quella legge sulle calamità naturali che oggi, a parole, tutti i politici reclamano a gran voce; e di come sia necessario approntarla non sotto la spinta emergenziale ma avendo tempo per valutare serenamente i provvedimenti, per ridurre al minimo le incongruenze e gli errori che, poi, ricadrebbero sulle spalle dei cittadini.
Si è parlato di quali canoni potrebbero governare l'erogazione del credito, quali potrebbero essere gli interventi fiscali, congrui e legittimi, per le aree danneggiate da calamità naturali e come potrebbe essere impostato un eventuale regime assicurativo degli immobili che risulti realistico ed attuabile (per intenderci, nulla a che vedere con quello proposto due anni fa da Monti).
Insomma: tutte cose che non riguardano i nostri territori.
E, infatti, in sala c'erano solo un paio di assessori dell'area del cratere a rappresentare la categoria dei politici (cioè quelli che la legge dovrebbero scriverla e applicarla “on field”).
Evidentemente ritengono di esser nati già “imparati” e di poter fare a meno di opinioni, pure autorevoli, differenti.
Il risultato di questa spocchia si legge nei numeri della non-ricostruzione.

mercoledì 11 giugno 2014

Sindrome di Stoccolma o altro?


In questi giorni, neanche fossimo alla vigilia di una nuova tornata elettorale, si sta intensificando una campagna mediatica tesa a celebrare una rinascita che potrà convincere chi è distante, e non solo fisicamente, dalle problematiche innestate, o acuite, dal sisma del 2012 ma suona come uno sberleffo a chi, con questa realtà, ci si deve confrontare quotidianamente.
Allo stesso tempo ci giungono sempre più spesso richieste di chiarimenti (sostegno ?) da parte di cittadini della Bassa su specifiche situazioni, tutte legate al disagio creato dalle normative sulla ricostruzione, e siamo sempre più frequentemente a contatto con gente realmente in difficoltà.

Insomma: a sentire i cittadini non sembra di essere in quello stesso territorio che, solo un paio di settimane fa,  ha votato in massa perché si proseguisse per la strada già tracciata.

Credo che gli psicologi la chiamino “sindrome di Stoccolma”.

Di Sandro Romagnoli


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venerdì 6 giugno 2014

Senza vergogna

“La norma che, tutti insieme, maggioranza e opposizioni, avevamo votato, abbiamo visto si presta a interpretazioni difformi – spiegano i deputati Baruffi e Ghizzoni – per questo, in accordo con i livelli istituzionali e sentite le associazioni di categoria, abbiamo presentato un nuovo emendamento al cosiddetto decreto Modena che lascia aperta la doppia possibilità per il contribuente.”

Apperò! Questa sarebbe l'interpretazione autentica.
Ma non erano le banche a ciurlare nel manico?
Quindi viene promossa la rimodulazione ABI - CDP o, in subordine, i tre anni di sospensione promessi diventano uno.

Complimenti!

giovedì 5 giugno 2014

E se ..........










Archiviate le ricorrenze del secondo anniversario dal sisma del 20 e 29 maggio 2012; ascoltata la relazione della Regione sui successi della ricostruzione post terremoto e superato l'election day con le amministrative che, nella Bassa, han visto il PD far la parte del leone, siamo stati rapidamente catapultati nella nostra terremotata quotidianità.
E dato che siamo finalmente riusciti ad ottenere la sospensione dei mutui sulle case inagibili (anche se ci son voluti oltre cinque mesi e le norme applicative dei vari Istituti di Credito non sono ancora state tutte rese note) è la restituzione del prestito dello Stato, quello fatto per “permetterci” di pagare le tasse intanto che la terra stava ancora tremando, che sta dando da fare.
Non vogliamo fare qui la cronistoria dei contrattempi, delle smentite e delle mezze ammissioni di colpa da parte di chi aveva il compito di scrivere regole chiare (che tanto chiare non si son dimostrate) perchè, ormai, sarebbe veramente avvilente.
Vorremmo, però, condividere un momento di riflessione sul ruolo dei protagonisti di questa vicenda:

- sui politici di stanza a Bologna o a Roma, che hanno trattato questa materia con una colpevole superficialità (se non vogliamo parlare di palese incompetenza) oppure hanno coperto ai propri elettori l'indifferenza, o l'ostilità, del governo rispetto alla soluzione dei nostri problemi;
- sulle banche, che trovato un varco normativo hanno subito pensato a fare il loro mestiere, far soldi, prescindendo dal ragionamento etico che la situazione avrebbe imposto;
- sulle associazioni di categoria, che a volte hanno inscenato mugugli di facciata ma non hanno mai organizzato i propri associati indirizzandoli verso una forma di protesta che potesse rivelarsi “utile”;
- sui sindaci del Cratere, che forti del successo elettorale appena incassato potrebbero tentare un qualcosa di più di un timido balbettio per difendere gli interessi degli abitanti del territorio da loro amministrato;
- su noi cittadini, che, forse, dovremmo smetterla di compiacerci con la favola degli emiliani che ce la fanno da soli (questi due anni hanno dimostrato che gli emiliani hanno dovuto fare da soli, ma è un'altra cosa) rispolverare quegli ideali di solidarietà e comunità che hanno fatto la fortuna di questa terra, e chiedere ad alta voce il rispetto dei nostri diritti.
PS: ci stavamo chiedendo cosa succederebbe se, nell'attesa di una definizione delle norme secondo quella che ci dicono fosse la volontà del legislatore, i cittadini interessati non effettuassero il versamento della prima rata; già perchè questo finanziamento è garantito dalle Stato che è anche il creditore, tramite CDP.
Chissà che non valga la pena di ragionarci...