lunedì 5 novembre 2012

EMERGENZA POST TERREMOTO Lo Stato non concede sconti ai terremotati e pretende le tasse sul sisma


Quando si pensa all’insufficienza dei fondi messi a disposizione per il sisma che ha colpito la bassa modenese ed i territori limitrofi, non ci si aspetta che lo Stato con una mano dia e l’altra tolga, né tantomeno che nasconda provvedimenti tesi all’implacabile riscossione delle imposte spacciandoli per agevolazioni. Vediamo in concreto di cosa si tratta.
I danni sono stati stimati in circa 15 miliardi1, mentre le somme messe a disposizione sono appena 10,5 miliardi2, pari ad appena il 70%. E’ evidente a tutti che tali fondi sono insufficienti, eppure non si è pensato a neutralizzare l’effetto dell’IVA, un’imposta che grava sui costi di ristrutturazione e che, pertanto, è destinata a rientrare nelle casse dello Stato. E’ come se i fondi a disposizione fossero stati indirettamente diminuiti.
Se si ipotizza un’aliquota IVA al 10%, tornerà allo Stato una somma di quasi 1 mld e quindi i contributi realmente a disposizione sono 9,5 mld, ossia poco più del 63% dei danni stimati.
Lo strano è che, in piena fase emergenza, anziché proporre un’agevolazione a favore delle popolazioni terremotate, il Governo ipotizzava una defiscalizzazione dell’IVA sulla realizzazione, finanziata da privati, delle infrastrutture di rete per le telecomunicazioni3. Nel merito occorre osservare che la costruzione di tali reti è effettuata da grandi società commerciali che hanno diritto a recuperare l’IVA, come credito d’imposta da detrarre dall’IVA incassata dai clienti che usufruiranno delle infrastrutture da loro realizzate. Conseguentemente l’IVA, per queste società, non è in realtà un costo che rimane a loro carico, ma solo un anticipo che poi recupereranno nel tempo. Non si comprende quindi quale utilità potesse avere tale proposta.
Nulla da eccepire sull’importanza strategica delle reti infrastrutturali, tuttavia è singolare che nell’ordine delle priorità vengano privilegiate rispetto alla ristrutturazione di un bene primario come le abitazioni ed i capannoni danneggiati dal sisma emiliano, veneto e lombardo.
Il Ministro Passera ha poi successivamente corretto il tiro, ventilando la possibilità di introdurre concrete agevolazioni in un suo intervento al Lingotto di Torino4. Ha infatti proposto la defiscalizzazione IRES, IRAP al posto dell’IVA (d’altra parte, come spiegato poc’anzi non c’era affatto necessità della defiscalizzazione di tale imposta che già di norma non è un onere, bensì un credito d’imposta).
Quindi per la costruzione delle reti infrastrutturali si è ipotizzato di detassare, per un certo numero di anni, i proventi dei grandi gruppi industriali, mentre per i terremotati non solo non è stato disposto né l’esonero da IVA (per i quali invece è un onere vero che aumenta il costo di ristrutturazione), né l’istituzione di una zona franca (cosiddetta no tax area), ma addirittura viene chiesto loro di pagare entro il 16 dicembre, tutte le imposte che erano state sospese nei giorni successivi al sisma. Una sorta di regalo di Natale per chi si appresta a trascorre l’inverno fuori casa.
Si tratta veramente di una beffa indegna di un Paese che pretende di essere annoverato fra gli esempi di civiltà.
I consulenti del lavoro hanno puntualmente spiegato che, per effetto di tale decisione, un operaio metalmeccanico di 3° livello, residente nel cratere, con retribuzione lorda di 1.388,24 a seguito delle trattenute Inps correnti ed arretrare e trattenute Irpef arretrate, percepirà un netto di 502,94.
La norma che impone il pagamento entro metà dicembre è contenuta nell’art. 11, 5° e 6° comma, del D.L. 174/2012, che ha un titolo dal sapore di una presa in giro: “Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012”.
Un provvedimento vergognoso che viene dunque mascherato quale ulteriore agevolazione per le popolazioni terremotate, e col quale si è invece stabilito il pagamento delle imposte sospese ad appena 6 mesi dal sisma.
La presunta ”agevolazione” consiste nella possibilità concessa alle sole imprese (dimenticandosi di concederla anche a privati, agricoltori e liberi professionisti) di ottenere un finanziamento garantito dallo Stato, con quale potranno finanziarsi per pagare le imposte entro la scadenza stabilita. Un prestito che dovranno poi rimborsare in comode rate in appena 24 mesi. Naturalmente chi ometterà il pagamento del mutuo non riceverà una pacca sulla spalla od un’ulteriore dilazione di pagamento, bensì un “cordiale” avviso di Equitalia che notificherà l’iscrizione a ruolo di quanto dovuto, maggiorato dagli immancabili interessi di mora (comma 8 dell’art. 11 del DL 174/2012).
Uno Stato quindi che non si fa alcuno scrupolo nell’esigere le tasse da chi ha subito danni enormi, ha perso la casa od anche il lavoro. Uno Stato che dunque agisce da implacabile esattore infischiandosene delle calamità naturali subite dai cittadini che dovrebbe tutelare ed assistere.
Un trattamento molto diverso da quello riservato al sisma dell’Aquila. Recentemente è stata istituita una zona franca urbana5 per il Comune dell’Aquila (strutturalmente simile alla no tax area) per una durata di 14 anni6 e prima ancora gli Abruzzesi avevano avuto il beneficio della sospensione del pagamento delle imposte per tre anni dal sisma e quando infine è stato loro richiesto il pagamento si è concesso uno sconto del 60%, permettendo loro di pagare il residuo 40% in 10 anni senza interessi.
In altre parole lo Stato utilizza due pesi e due misure: agli emiliani, veneti e lombardi colpiti dal sisma non fa sconti e pretende il pagamento delle imposte in unica soluzione, dimostrandosi davvero insensibile ai gravi disagi subiti da queste popolazioni che, per il momento, non hanno visto un centesimo dei promessi contributi pubblici.
Uno Stato che si preoccupa in realtà solo di esigere le imposte senza fare distinzioni, o meglio facendole, ma in senso peggiorativo.
Come rimediare a tanta iniquità? Occorre quanto meno dimostrare maggiore sensibilità e concedere, senza doverlo implorare, un differimento di quanto dovuto ed istituire una zona franca che consenta alle popolazioni ed alle imprese di beneficiare di una temporanea defiscalizzazione dei proventi per potersi risollevare in un congruo lasso di tempo.
Senza voler estremizzare la questione, ma giusto per sottolineare che lo Stato non può solo pretendere, ma deve soprattutto sostenere i propri cittadini, vale la pena rammentare un estratto della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 4 luglio 1776.
Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà ed il perseguimento della Felicità, che allo scopo di garantire questi diritti, sono istituiti fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati, che ogni qualvolta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è diritto del Popolo modificarlo o abolirlo ed istituire un nuovo governo che ponga le sue fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo sembri più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità. La Prudenza imporrà che i Governi fondati da lungo tempo non vadano cambiati per motivi futili e transitori; e di conseguenza ogni esperienza ha dimostrato che l’umanità è più disposta a sopportare gli effetti del malgoverno, finché i mali sono sopportabili, piuttosto che a farsi giustizia abolendo le forme alle quali é abituata. Ma quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni, che perseguono invariabilmente lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre il popolo a sottomettersi a un dispotismo assoluto, è suo diritto, è suo dovere, rovesciare tale governo e affidare la sua sicurezza futura a dei nuovi Guardiani.
Comitato Sisma.12


1 Fonte Il Sole 24Ore del 25/08/12 pag. 20
2 L’art. 11, 7° comma, del DL 174/2012 ha previsto la possibilità per le imprese di ottenere finanziamenti agevolati per 6 miliardi allo scopo di versare entro il 16 dicembre 2012 le imposte sospese dopo il sisma. Non si tratta dunque di un fondo destinato alla ricostruzione, bensì di un prestito che dovrà essere restituito entro 24 mesi. Questo fondo non é quindi incluso nella somma di 10,5 mld.
4 Fonte ASCA 29/09/12
5 D.M. 26/06/2012 in Gazzetta Ufficiale il 1° settembre 2012
6 Art. 6 del DM 26/06/2012. Esenzione da imposte al 100% per i primi 5 anni, del 60% dal sesto al decimo, del 40% dell’undicesimo al dodicesimo, del 20% dal tredicesimo al quattordicesimo.

1 commento:

  1. http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/Pronta-la-legge-per-la-ricostruzione-nelle-zone-colpite-dal-terremoto/

    testo della legge del 05/11/2012

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