giovedì 4 ottobre 2012

MERCOLEDI' 7 NOVEMBRE ORE 20 E 30 INCONTRO PUBBLICO DEL COMITATO SISMA.12



GIU' LE MANI DALLE NOSTRE CASE!
100% PER LA RICOSTRUZIONE IN EMILIA E OVUNQUE

Le rare volte che i mass media parlano dell'Emilia raccontano di una regione in cui i laboriosi emiliani ce l'hanno fatta da sé: scuole avviate, aziende e negozi riaperti, moduli abitativi in arrivo.
Ci piacerebbe fosse così: la realtà è che in Emilia non c'è proprio niente di risolto.
I tempi “amministrativo/legali” dell'emergenza sono sempre più distanti dalla situazione reale.
Alcune grandi imprese delocalizzano dopo che i loro capannoni sono crollati come castelli di carte, le piccole imprese non riescono a ripartire e mettono in cassa integrazione i lavoratori,
le scuole, sono partite “puntualmente” il 17 di settembre sotto tensostrutture o in alberghi affittati e pizzerie prestate alla comunità in attesa dei moduli scolastici, per lo più pronti dopo il 20 di ottobre ,i campi della protezione civile chiudono spostando le persone a vivere fino a 80 /90 km dai luoghi dove lavorano o studiano mentre le case sfitte sono poche e in parte in mano a palazzinari che le tengono vuote in attesa in attesa di non si sa cosa (forse della possibilità di rincarare gli affitti?): ecco la realtà emiliana.
I soldi non ci sono, dicono:
il contributo per la ricostruzione da un 80% virtuale si trasforma in una percentuale prossima tra il 50 e il 60% , cosa che obbliga le famiglie meno abbienti a rassegnarsi ad essere consegnati, se non riescono a mettere la differenza, in mano alle banche, accendendo mutui, oppure, se non hanno le garanzie che richiedono le banche, a rinunciare alla ricostruzione. Nel frattempo si spendono 40 euro al giorno a persona solo per pernottamento e colazione, per mantenere in albergo famiglie senza casa perchè Errani, costretto dalla realtà, ha dovuto rinunciare in ritardo alla sua linea oltranzista anti container: così i moduli abitativi (70.000 euro l'uno: la speculazione è già cominciata e rischia di mangiarci vivi) arriveranno solo fine dicembre o gennaio, forse addirittura a febbraio.
Tutto questo però non impedisce di sprecare
i soldi per costruire la solita infrastruttura dannosa e costosissima come la Cispadana a cui tra l'altro saranno destinate le macerie del terremoto, fonti preziose di materiale di recupero per abbassare i costi della ricostruzione. NOI NON CI STIAMO!
A chi vuole trasformare questo terremoto in un' occasione di spopolamento del territorio attraverso leggi e ordinanze che impediscono ai meno abbienti di ricostruire, a chi vuole trasformare questa tragedia in uno strumento di selezione di classe noi rispondiamo che siamo intenzionati a rimboccarci le maniche non solo per lavorare, ma anche per pretendere ciò che ci spetta:
  • 100%
    Vogliamo l’indennizzo al 100% per tutti (anche per le case “A”), che le risorse dello Stato siano certe e che venga semplificata la burocrazia per accedere ai contributi
  • TASSEVogliamo l’esenzione delle tasse per 3 anni, come a L’Aquila, per far ripartire le aziende e dare respiro ai cittadini
  • CASAVogliamo che vengano fatti tutti gli sforzi per reperire le case sfitte, che vengano fatte azioni incisive per contenere gli affitti e che ci siano garanzie per i tempi e i numeri dei moduli abitativi
  • TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE
    vogliamo che la ricostruzione avvenga in maniera trasparente e partecipata, secondo le esigenze delle persone e non degli squali delle banche e delle grandi imprese e cooperative edilizie
  • LAVORO
    pretendiamo luoghi di lavoro sicuri, che lo Stato e la Regione, invece di strozzinarci, impediscano le delocalizzazioni e attuino misure serie contro la disoccupazione dilagante
sismapuntododici.blogspot.com

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