lunedì 1 settembre 2014

"SBLOCCA TRIVELLE"

Quale è il filo rosso che unisce tutti i Comitati popolari nella nostra regione? L'insensibilità e la lontananza degli apparati politici dalle esigenze e dalle volontà dei cittadini. In questi anni abbiamo visto nascere comitati che si battevano per affermare principi elementari, dai terremotati alla sicurezza idrogeologica, dall'acqua pubblica agli inceneritori, dalla cispadana alle cave sull'appennino. Sempre i cittadini in primo piano a difendere la propria vita e la propria terra dalle logiche del massimo profitto. Vogliamo essere “padroni” a casa nostra, non siamo più disponibili a delegare i nostri diritti ad una democrazia fatta di partiti autoreferenziali
Ecco perché è indispensabile che i comitati si dotino di uno strumento di rappresentanza Nazionale e non solo locale.
Il decreto Sblocca-Italia aspira anche a essere un decreto Sblocca-Trivelle: come rivelato ieri da La Stampa, toglie alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di pozzi di petrolio e di metano. La Strategia energetica nazionale (Sen) vuole più che raddoppiare entro il 2020 l’estrazione di idrocarburi in Italia, fino a 24 milioni di barili equivalente all’anno (l’unità di misura che omogeneizza petrolio e gas naturale). Si ipotizzano «investimenti per 15 miliardi di euro, 25 mila nuovi posti di lavoro e un risparmio sulla fattura energetica nazionale di 5 miliardi all’anno». Inoltre è atteso un miliardo di euro extra di introiti fiscali annui.

Aureliano Buendia




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