domenica 6 gennaio 2013

Dopo il corteo del 24 Novembre, finalmente anche i sindaci ricordano ad Errani che non va tutto bene!


Il fronte Errani perde pezzi. Sono lontani i tempi in cui Errani affermava, riscuotendo un discreto successo, che l'aver ottenuto una contribuzione FINO all'80% per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto, era una grande vittoria.
Il fronte perde pezzi forse perchè i Sindaci, più a contatto coi cittadini che con le segreterie regionali e nazionali di Pd e Pdl e poco interessati a difendere senza se e senza ma l'operato del governo Monti, si sono resi conto che i Comuni sono impossibilitati a fare fronte sia all'emergenza di dare un tetto nel breve periodo a chi non ha più una casa, ma soprattutto a ricostruire, strangolati dal patto di stabilità e dai tagli e di fronte alla necessità di fare fronte alle numerosissime famiglie che quel 20% di differenza non possono assolutamente permetterselo. 
La pomposa e trionfante propaganda di Errani si sta dimostrando sempre di più, anche grazie ad opera di Sindaci e cittadini che hanno deciso di squarciare il velo di falsità, faziosità e mistificazione , una gigantesca costruzione mediatica.
Il sindaco di Finale Emilia concludeva così, poco tempo fa, un potentissimo comunicato stampa:
La svolta deve essere epocale o noi non saremo più in grado di tenere, non potremo più essere rappresentanti di un Stato che non si accorge di queste cose, di uno Stato che costringe noi sindaci a dover scendere in piazza e minacciare di togliersi quella fascia tricolore che tanto amiamo e che rappresenta la nostra comunità. Una comunità che ha solo bisogno di risposte semplici, precise e spesso logiche. Non di regali ne di elemosina” dopo aver affermato che il Comune di Finale, chiede, anzi URLA al Governo di ridurre il livello delle tasse dopo aver preso atto della difficoltà dei Comuni di erogare servizi. 
Poco dopo gli ha fatto eco il sindaco di Bondeno e poi il sindaco di Novi con uscite pubbliche e interviste tutte dello stesso tono.
I Sindaci hanno sicuramente esitato, ma non hanno potuto e non potranno ignorare le 1200 persone scese in piazza in 24 Novembre a Mirandola per chiedere il 100% per la ricostruzione e un processo decisionale trasparente e veramente partecipativo,né tantomeno il crescente livello di malcontento che si sta diffondendo. Forse tutto questo poteva essere evitato, a noi e ora ai Sindaci, se si fosse deciso fin da subito di collaborare direttamente coi cittadini, di ascoltarli, di ragionare e avviare insieme un piano di ricostruzione declinato in base alle reali esigenze della popolazione e non a quelle delle banche o di qualche speculatore e neppure in base al “buon senso” di qualche burocrate che non ha idea di quali siano i problemi reali.
Il “noi l'avevamo detto” fin dall'inizio è antipatico sicuramente, ma qui ci sta tutto, anche se non ci interessa prenderci il merito di nulla, ma che si avvii semplicemente un serio, trasparente, partecipato processo di ricostruzione che garantisca A TUTTI, come dice la nostra Costituzione, un tetto sulla testa. Ci piace pensare che i nostri primi cittadini siano in buona fede e non che stiano semplicemente avviando la campagna elettorale e ci piace immaginarci un fronte compatto di cittadini e sindaci che va a battere alla porta di Errani e del Parlamento per ricordare loro che, in teoria, devono rappresentare noi e i nostri problemi e non le banche e gli speculatori. Noi ci stiamo già muovendo da tempo, ora i Sindaci, dai comunicati, passino ai fatti. La regione ha preso un chiaro impegno con noi: ricordiamo loro, compatti e determinati, che nemmeno un terremotato deve rimanere senza casa. 

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