domenica 22 luglio 2012

Ecco il Blog del Comitato ricostruiamo la bassa dal basso!



Di chi è il terremoto emiliano? Di chi sono le case distrutte, di chi sono le fabbriche, i negozi, le scuole e gli edifici pubblici crollati?
SONO NOSTRI! Sono il frutto di anni di lavoro, sacrifici, speranze, sogni, amori, morti di persone che vivono in emilia.E ora e ora non ci appartine più nulla! Ogni terremotato vive in un limbo tra i coc, strutture allo stato gassoso che non possono o non sanno dare risposte, i volontari che ci coccolano come dei bimbi un pò intontiti, le istituzioni quelle grandi. Il governo del popolo Italiano ci ignora: non siamo un loro problema- hanno le banche da salvare, lo spred da calmierare, le cariche da assegnare. Noi non siamo un problema e come tale per noi l'oblio.
No, noi non ci stiamo! Noi (non chiediamo umilmente) VOGLIAMO ciò che è nostro, rivogliamo le nostre case e i nostri edifici. Li rivogliamo con i nostri soldi, i nostri e non i vostri.
Occhio, non accettiamo la vostra elemosina. Noi vogliamo tutto quello che ci spetta per la ricostruzione, daccordo con ERRANI "NON UN ERURO IN PIù" E SOPRATTUTTO NON UN EURO IN MENO. NON VOGLIAMO NULLA IN PIU' DI QUELLO CHE SECONDO LA LEGGE SPETTEREBBE A CHIUNQUE SIA STATO VITTIMA DI FENOMENI NATURALI - ANCHE SE NESSUNO NOMINA I FENOMENI NATURALI ''PROVOCATI'' DA QUALCUN' ALTRO.
COME TROVARLI E' UN VOSTRO PROBLEMA. TOGLIETELI ALLE SPESE MILITARI, TOGLIETELI ALLE OPERE INUTILI COME LA TAV TOGLIETELI ALLE BANCHE, TOGLIETELI ALLA CASTA. MA PER IL NOSTRO E IL VOSTRO BENE TROVATELI SUBITO

NOI NON STAREMO AD ASPETTARE PIU' DI TANTO
RIVOGLIAMO TUTTO E SUBITO

comitato ricostruiamo dal basso

1 commento:




  1. --------------------------------------------
    Lettera informativa sulla Questione Pubblica
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    Gentile Signore,

    vista la tragica situazione italiana e globale, quale semplice cittadino son qui ad informare di cosa che, pur pregna ed urgente, difficilmente oggi potrà raggiungerla in altro modo. La prego, mi conceda due minuti.


    Nel comune interesse, mi permetta di riferire che il processo di democratizzazione, già avviato in epoca monarchica con una prima introduzione delle elezioni politiche, con l'avvento della Repubblica avrebbe dovuto estendersi anche alla Funzione Pubblica. I pubblici impieghi non sono semplici posti di lavoro ma detengono sempre una certa dose di potere pubblico. Essi sono parte di quella Res Publica conquistata dal popolo divenuto sovrano. Avrebbero quindi dovuto anch'essi, come i ruoli di governo, venire periodicamente restituiti al popolo per essere riassegnati ad altri cittadini aventi i necessari requisiti.

    Senonchè una politica nata marcia ha fatto sì che il pubblico impiego continuasse ad essere assegnato a vita. E' qui il vero problema della nostra società, che si dichiara democratica ma lo è ancora solo in piccola parte. Non soltanto i politici ma anche i pubblici dipendenti devono tornare alle loro case per permettere un generale rinnovo partecipativo. Le luci dei media illuminano i politici e noi ci focalizziamo su di essi. Ma è nel buio che si nasconde il vero problema, non solo nostro ma del mondo intero: un mare di inamovibili statali, 3.200.000 nella solo Italia, i quali hanno di fatto più potere degli stessi governanti.


    I governi devono sempre fare i conti con loro, con gli statali.
    I governi cambiano, gli statali restano, da veri tiranni quali sono.


    Sono gli statali, seguendo l'antico disegno politico del re e del duce, ad impedire ai cittadini di accedere alla loro stessa Res Publica, a mantenere separato il popolo dal suo stesso potere, ad imprigionare la cultura ed ogni altro importante aspetto della vita. Sono gli statali a farci credere che la democrazia sia un fatto inerente le sole DECISIONI e non innanzitutto le onnipresenti MANSIONI PUBBLICHE. Sono gli statali ad erigere una nera muraglia intorno ai governi tale che i politici, facilmente corrotti da cricche, lobby, mafie e potentati, possono fare il peggior comodo che vogliono. Sono gli statali ad impedire la presa di coscienza che il tipo di funzione pubblica influenza fortemente l'operato dei governi.


    Precisamente:

    - circondati da assunti a vita o da operatori privati, i Governi tendono a divenire AUTORITARI.
    - avendo attorno coinvolti cittadini che si alternano, i Governi tendono a divenire AUTOREVOLI.


    Signore, oggi si pretende cambiare la società concentrandosi sulla politica. E' però irrazionale credere che la politica possa cambiare rimanendo circondata da una Funzione Pubblica in mano ad una CASTA di autoritari, presuntuosi e prepotenti statali. Anche quando i migliori ideali progressisti venissero presi in considerazione, la politica se ne servirebbe per perseguire i sempre medesimi scopi di tutela delle Elite a scapito della popolazione. Solo cambiando tipo di Funzione Pubblica la politica potrà cambiare realmente. Perché la prima fornisce alla seconda un fondamentale IMPRINTING. Solo democratizzando le Funzioni Pubbliche l'Italia ed il mondo potranno evolvere ed uscire da queste paludi.


    Sperando tutto ciò possa trovarla interessato, sensibilizzare la sua arte e coinvolgerla, ringrazio per l'attenzione ed auguro ogni buona cosa.

    Danilo D'Antonio

    tel. 393395014947


    Per una Funzione Pubblica democratica
    http://www.hyperlinker.com/ars/index_it.htm



    p.s.: una recente ricerca premiata col Nobel (ad Elinor Ostrom), conferma che la gestione dei beni comuni (ed il pubblico impiego tale è) sono gestiti meglio dai legittimi proprietari (i cittadini) che non dagli statali o da operatori privati para-statali.

    Spero rimarremo in contatto: eulab@hyperlinker.com

































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